Vi sembra strano il binomio nel titolo? No dai, se po’ fa’! Si si, in occasione del Festival i ragazzi dell’azienda agricola Corte Fusia, Gigi Nembrini (quasi agronomo) e Daniele Gentile (già enologo) hanno proposto ai visitatori questo insolito connubio. Ovviamente i due “piatti” non erano proposti insieme ma si succedevano in questa serata fatta di risate, Franciacorta e musica.
Gigi e Daniele sono i proprietari di questa new entry franciacortina, Corte Fusia, azienda vitivinicola sita in Coccaglio, ai piedi del Montorfano.
Ragazzi intraprendenti, con tanta voglia di fare e di farsi conoscere.
Da poco associati al Consorzio hanno al volo colto l’occasione di partecipare al Festival in Cantina 2013 conclusosi ieri e hanno partecipato alla grande, non solo tenendo aperte le porte dell’azienda, inaugurata nell’ottobre 2012, ma anche organizzando un evento particolare per la serata di sabato. Mi hanno fatto inconsapevolmente felice ideando una cena a base di spiedo, il piatto bresciano a me più gradito.
Partiamo ovviamente dallo spiedo, piatto impegnativo da tantissimi punti di vista: lunga, lunghissima cottura, necessita di esperienza e di attenzione particolare. Non ci si può improvvisare. È necessaria una scelta oculata degli ingredienti, una vera e propria maestria e, come nella foto, un calice di Franciacorta in mano 🙂
Tradizione di casa mia vuole che si utilizzino: uccellini (non possono mancare, se mancano lo spiedo bresciano non ha sapore di spiedo e per conto mio non si può definire tale, mi spiace), fettine di lonza che si trasformano, arrotolate attorno ad una foglia di salvia, in lombolini, coniglio e/o pollo e/o anatra e/o costine di maiale. Ahhhhhh…scordavo…chili di burro!!!! Burro di prima qualità mi raccomando.
Lo spiedo di Corte Fusia contemplava, questo fine settimana, anche la porchetta e poteva starci.
Procedimento? Preparare tutti gli ingredienti sopra elencati a piccoli pezzetti, la dimensione è importante devono essere il più possibile della stessa pezzatura altrimenti si rischia una cottura non omogenea. Infilzare tutto sugli spiedi, montare i ferri, distribuite le braci ed iniziare la lenta, lentissima cottura che, ahimè per il fochista, deve durare almeno cinque ore.
Ammirate questo spiedo che gira!
Essenziale il burro che deve sciogliersi e continuare a bagnare la carne durante la cottura e alla fine diventerà il gustoso intingolo per la polenta, tassativa come accompagnamento. Polenta seria ovviamente, al bando la polentina gialla e plasticosa! Ben vengano invece farine di indubbia qualità come quella integrale di Castegnato (mais Belgrano) oppure quella di Storo etc.
Dopo lo spiedo arriva il Gelato al Franciacorta. Ne avevo già scritto tempo fa ma oggi ve lo ripropongo perché l’ingrediente principe della ricetta è sì sempre un Franciacorta ma si tratta di un Rosé!
I proprietari della gelateria Il Paradosso di Chiari, ideatori di questo sorbetto, hanno deciso di provare ad utilizzare un Franciacorta diverso, ed esattamente hanno usato il Rosé di Barone Pizzini prodotto esclusivamente con Pinot Nero. Se siete curiosi di avere la ricetta potete rileggere questo post, se volete invece ascoltare direttamente Giulio e Martina che ce ne parlano eccoli in questo video (scusate per la pessima qualità, soprattutto dell’audio ma è stato registrato sabato sera in occasione della serata!)
Il prossimo post sarà con ricetta (ho voglia di mettermi ai fornelli) ma sarà comunque ispirato da un altro evento per gourmet del Festival e sarà a base di un’altra leccornia…il Culatello di Zibello! #nonmale vero? 🙂
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